La pornografia apre la questione della separazione tra aspetti della sessualità: sesso come passione, intensità e coinvolgimento da una parte e sesso come trasgressione, oscenità ed eccitazione dall’altra. Il sesso a due facce dunque: l’eros la faccia presentabile e pornografia la faccia oscura. La prima come valore di creatività, sensualità, anche artistica; la seconda come espressione oscena e volgare da condannare. Possono queste due facce integrarsi? Di fatto eros e pornografia sono strettamente legati dalla ricerca di stimoli eccitatori intensi. Rispetto a questo le immagini della pornografia possono costituire l’ispirazione per innescare l’eccitazione, per individuare le proprie particolari fantasie o per alimentare l’immaginario della coppia contribuendo a stimolarne il gioco erotico.
Quando, invece, la pornografia è l’unica strada percorribile per accendere il desiderio, esprime un possibile disagio che rischia di tradursi in una ricerca interminabile di stimoli sempre nuovi e sempre più trasgressivi. Una trasgressione che appare come una via obbligata, e in quanto tale, è certamente più vicina alla celebrazione del limite che non all’espressione di libertà.
Oggi il vero rischio rappresentato dalla pornografia non è quello di favorire una sessualità senza freni, ma, piuttosto, di allontanare le persone da una sessualità reale condivisa con l’altro.
Nella pornografia viene esaltato l’aspetto genitale del sesso: i sentimenti, le emozioni e la comunicazione sono un intralcio, le inquadrature privilegiano i genitali rispetto alle persone, questo “spersonalizza” la scena e consente di percepire i corpi come oggetti sui quali è possibile dirigere anche comportamenti aggressivi e offensivi.
Se si decide di utilizzare la pornografia è importante farne un buon uso. Molto spesso le immagini della pornografia, insieme alle scene erotiche dei film, sono le prime informazioni visive che i ragazzi hanno di un rapporto sessuale.
È importante, invece, che i ragazzi e i bambini non si riferiscano a materiale pornografico per la loro scoperta e conoscenza del sesso, perché è inadatto alla loro esperienza e perché veicola un’immagine falsata e irrealistica del sesso che può causare turbamento e confusione.
L’idea del sesso veicolata dalla pornografia è, infatti, abbastanza lontana dalla vita sessuale reale e di certo lontanissima dalla sessualità che i ragazzi adolescenti sentono come propria. Nell’età dello sviluppo non si è perfettamente in grado di relativizzare i messaggi a cui si è esposti. I messaggi della pornografia possono essere, dunque, fraintesi e provocare confusione e disagio.
La rappresentazione di alcuni comportamenti così esasperata e decontestualizzata può favorire la percezione del sesso come di qualcosa di meccanico e può indurre lo sviluppo di una sessualità che si muove alla ricerca della prestazione anziché del piacere preparando il terreno ad ansie ed inadeguatezza.
I ragazzi dovrebbero essere informati, prima ancora di accedere a materiali pornografici, del fatto che il sesso lì rappresentato è falsato e profondamente diverso dall’incontro intimo con una persona.
Ognuno dovrebbe poter sviluppare la propria sessualità imparando prima di tutto a conoscere i propri bisogni, ad essere in contatto con i desideri dell’altro, ad avere rispetto del proprio corpo e di quello altrui, a non temere l’intimità, la comunicazione e le emozioni. Solo sulla base di questa esperienza ogni scelta personale, anche quella trasgressiva, acquisisce significato, contesto e funzione.
Dott.ssa Fabiana Corica